Caso clinico: Intossicazione da permetrina in un gatto

21.01.2013 17:39

Articolo pubblicato sulla Rivista "Il Medico Omeopata", numero 45, novembre 2010

Gatto, sesso femminile, 10 mesi

01/06/2010 – La gatta viene portata in ambulatorio perché “ha delle convulsioni”.

La sera prima, alle 19, è stata trattata con un prodotto antiparassitario a base di Imidaclopride(100 mg) e Permetrina (500 mg). La permetrina, nei gatti, ha un’azione tossica a causa di un insufficiente meccanismo di glucuronazione.

Il principio attivo provoca un aumento della liberazione di neurotrasmettitori e favorisce la persistenza della depolarizzazione post-sinaptica, con una sintomatologia clinica che include, tra l’altro, ipereccitabilità, tremori muscolari, convulsioni tonico-cloniche, fino a grave depressione del sensorio, insufficienza respiratoria e morte.

Il prodotto (specifico solo per cani) è stato applicato sulla cute, come spot-on, nella zona interscapolare, e la gatta è rimasta a contatto con il cane convivente, anch’esso trattato la sera stessa.

Alle 23, il proprietario nota la comparsa di tremori, convulsioni, incapacità a mantenere la stazione eretta e a deambulare, e così per tutta la notte.

Al mattino, la gatta vomita un liquido giallo, poi cerca cibo e acqua, ma ha difficoltà ad ingerire, mentre i sintomi nervosi persistono.

In ambulatorio, presenta tremori muscolari, più accentuati agli arti, movimento a scatto di collo, coda e testa, midriasi, incapacità a mantenere la stazione eretta, temperatura 38,1°C.

Estraendola dal trasportino soffia, tenta di fuggire, mostra una grande vitalità, miagola intensamente.

Viene somministrata una terapia allopatica a base di Diazepam (0,5 mg/kg), per contrastare l’azione nervosa.

Dopo 20 minuti, la gatta appare leggermente sedata (non riesce ad alzarsi, tono muscolare più rilassato), ma durante la manipolazione soffia, e persistono i movimenti a scatto (arti e coda), i tremori, aggravati dai rumori e dal tocco.

La gatta vive con i proprietari dalla nascita, ma si comporta “come una selvatica. Non ama essere toccata, graffia e morde se qualcuno tenta di accarezzarla o afferrarla. Sembra sospettosa. Non ama stare in casa con le persone”. E’ una gatta “delicata”, snella, indipendente, schiva.

In mancanza di un antidoto specifico e a causa della persistenza della sintomatologia nervosa, si propone una terapia omeopatica.

 

Repertorizzo con il Repertorio di J.T. Kent:

Scelgo un rimedio alla 30 CH (non avevo a disposizione le LM), somministro 0,5 ml di soluzione dinamizzata.

Dopo 5 minuti la gatta appare più tranquilla, i movimenti sono meno estesi e meno frequenti, ma qualsiasi stimolo, specialmente sonoro (camion in strada, voci di bambini ..), li aggrava.

Dopo 15 minuti ripeto la dose, ri-dinamizzata, e così per altre 3 volte, a distanza di 15 minuti e l’ultima dopo mezz’ora.

1 minuto dopo ogni dose, i movimenti tornano a manifestarsi, più intensi e frequenti, ma si placano entro pochi minuti, man mano in meno tempo. La gatta rimane cosciente, non soffia più se la accarezzo, pur non reagendo fisicamente -per effetto del Diazepam- appare vigile ma non aggressiva.

Mezz’ora dopo l’ultima dose, la gatta dorme, i movimenti sono scomparsi, tuttavia il minimo stimolo (rumori, tocco, movimento del trasportino) li scatena; si placano in 2-3 minuti osservando il silenzio. La gatta in tale occasione si sveglia, miagola, poi torna a dormire.

Viene dimessa e la sera il proprietario non la riconduce per il controllo concordato.

Riferisce il giorno dopo, per telefono, che sembrava stare molto meglio, i movimenti erano presenti, se stimolati, ma sempre più radi e meno intensi. Riusciva ad alzarsi e camminare senza cadere, mangiava, “sembrava tornata lei”.

Una settimana dopo è completamente ristabilita, e appare meno aggressiva e sospettosa.