CONVIVERE CON GLI ANIMALI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Come affrontare le misure di emergenza dovute alla diffusione del Coronavirus SARS−CoV−2 e dalla malattia Covid−19, quando si hanno animali d’affezione?
Innanzitutto occorre ricordare che, allo stato attuale, non vi sono evidenze scientifiche che cani, gatti ed altri mammiferi domestici in Italia possano ospitare tale Coronavirus, fungere da serbatoi naturali (consentendone la replicazione e la diffusione attiva) o ammalarsi.
L’origine del virus è ancora molto dibattuta e non è chiaro se oltre al pipistrello, il principale indiziato, vi siano altre specie selvatiche o domestiche che possano aver facilitato le mutazioni, rendendo poi l’uomo un facile bersaglio.
La stretta convivenza con gli animali d’affezione, tuttavia, richiede alcuni accorgimenti per proteggere noi e loro dal virus stesso.
L’igiene personale ad ambientale è la migliore arma che possiamo attuare, vediamo perché.
LAVARSI LE MANI
Il Coronavirus è protetto da una sorta di capsula, detta pericapside, che ha una grande affinità per i lipidi: per questo motivo il virus aderisce molto facilmente all’epidermide, ricoperta normalmente da un film idrolipidico che è uno strato protettivo dalle aggressioni esterne.
L’utilizzo di saponi e detergenti “spezza” questo legame tra virus ed epidermide, facilitandone la rimozione: per questo è importante lavarsi le mani con acqua e detergenti che non devono però danneggiare la cute stessa.
Se vogliamo fare un bagno o pulire le zampe dei nostri pets dopo la passeggiata, ricordiamoci che anche per loro è necessario utilizzare prodotti idonei. Bagni troppo frequenti e prodotti aggressivi o troppo sgrassanti danneggiano pelo e cute!
Se entriamo in contatto con animali che potrebbero ospitare accidentalmente il virus sul mantello (magari perché ospitati in casa di persone risultate positive) possiamo tutelarci lavandoci bene le mani e possiamo sanificare le cucce, divani e copertine con vapore a 100°C, disinfettare ciotole, giochini, cassette igieniche, trasportini, guinzagli e collari con alcool.
E‘ consigliabile che gli animali ospitati in casa di persone positive al Coronavirus siano accuditi dai familiari non positivi. Questo serve a proteggere gli animali stessi e a limitare la diffusione del virus. Se si ha il sospetto di positività è utile indossare guanti e mascherina quando si accudiscono i propri animali e limitare una convivenza troppo stretta (ad esempio, evitare di dormire assieme), osservando sempre una scrupolosa igiene.
PULIZIA E DISINFEZIONE
L’igiene delle superfici è importante per rimuovere e soprattutto inattivare il virus che vi si è accidentalmente depositato. Recenti studi mostrano che vi sono 3 prodotti sicuramente efficaci per “sanificare” le superfici:
− alcool a 70°, liquido o in gel, ottimo anche per la disinfezione della cute; gradazioni inferiori potrebbero non risultare efficaci;
− ipoclorito di sodio 0,1% (la candeggina);
− perossido d’idrogeno (acqua ossigenata) 0,5%.
Nell’ambiente esterno il virus resiste maggiormente se “protetto” da sporcizia, escreti e secreti, quindi è bene effettuare una pulizia delle superfici (eventualmente con materiali monouso, per evitare di ricontaminarle) seguita da una disinfezione.
Alcuni studi scientifici indicano che il virus è molto labile se esposto ai raggi ultravioletti (luce solare), mentre è progressivamente più resistente quando si trova su alcune superfici: rame, cartone, acciaio e plastica. Non è ancora chiara la reale resistenza nell’ambiente, perché vi concorrono molti fattori (sporcizia, temperatura, umidità, sostanze chimiche, ecc.) che possono influenzare la degradazione del virus.
Ricordiamoci che il Coronavirus può essere presente in tanti tipi di materiale biologico proveniente dal portatore: escreti e secreti (saliva, muco, lacrime), feci, sangue, urine, succhi gastrici, ecc. quindi facciamo molta attenzione alla nostra igiene!
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
L’impiego di guanti e mascherine a bassa protezione (come quelle in tessuto o di tipo “chirurgico”) ha lo scopo di proteggere sé stessi da un contatto accidentale (ad esempio toccarsi naso o bocca) e limitare la diffusione del virus da parte di un soggetto portatore. Si tratta di dispositivi individuali a bassa protezione: le mascherine menzionate non hanno capacità di filtraggio tale da bloccare il passaggio del virus ma possono costituire un primo filtro per “smorzare” l’emissione all’esterno attraverso uno starnuto o un colpo di tosse.
Indossare guanti e mascherina quando ci si prende cura di un animale è indispensabile per i vostri veterinari e rappresenta una tutela a doppio senso.
LA DISTANZA
Se è vero che la distanza prudenziale di 1 metro è necessaria per evitare che le goccioline (droplet) emesse parlando e respirando possano raggiungere le persone vicine, sono probabilmente necessarie distanze maggiori (2 metri o più) in caso di starnuti o forti colpi di tosse.
Negli ambienti chiusi e ristretti il rischio di diffusione del virus aumenta ancora di più, per questo vi sono norme restrittive sul numero di persone che possono sostare in una stanza o sui mezzi di trasporto.
Arieggiare con regolarità la propria dimora o i locali dove si soggiorna aiuta a diminuire la concentrazione del virus.
E al parco? Se conduciamo il nostro cane in passeggiata, possiamo farlo avvicinare/giocare con altri cani? Anche in questo caso è d’obbligo la prudenza! Continuare a mantenere le distanze, anche tra i pet di nuclei famigliari diversi, riduce il rischio di contatti accidentali.
PREVENZIONE ATTIVA
Dopo tanti suggerimenti sulla prevenzione passiva cosa possiamo fare per aumentare le nostre difese attive?
Naturalmente condurre uno stile di vita sano: no allo stress, alimentazione equilibrata, esercizio fisico regolare (in casa!), rispetto dei ritmi circadiani (equilibrio sonno/veglia), perseguire una routine, ecc.
Un ulteriore aiuto è di supportare le difese immunitarie: occorre rivolgersi al proprio medico per un piano personalizzato, anche dal punto di vista omeopatico, per affrontare l’esposizione all’epidemia.
Anche i nostri animali hanno bisogno di supporto, specialmente ora che si sommano vari fattori stressors: convivenza forzata e diminuzione dell’attività all’aperto, cambio di stagione, il nervosismo dei proprietari, esposizione ai parassiti stagionali, ecc.
Gli integratori vanno somministrati solo se vi è realmente bisogno: un eccesso può essere controproducente e può obbligare l’organismo ad un superlavoro di metabolizzazione ed escrezione.
In alcuni soggetti che soffrono di aggravamenti stagionali cronici si può effettuare un ciclo terapeutico con il loro rimedio costituzionale ma in ogni caso è bene chiedere consiglio al veterinario curante che conosce bene le esigenze individuali del vostro pet!